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Scritto da Stefano Balbo   
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La Casa dell'Inventore

Arch. Diego Peruzzo e Geom. Loris Preto.

E' il paesaggio, in assoluto, l'elemento fondante che ha "formato" l'immagine di questa casa.

icoVillaDalSoglioSopra i tetti delle case a due piani che compongono il tessuto edilizio di Cà Trenta si eleva, prima, un dolce colle dalla forma arrotondata con alla sommità un solitario pino marittimo detto "Castellon", più a monte, si coglie il profilo delle colline poste a corona dove, nel mezzo, si staglia un piccolo "cono" boschivo di origine vulcanica detto "Mucion". Così la casa del progetto assume la forma di una collinetta arrotondata, ampiamente vetrata, con una pianta sinuosa, quasi femminile. Un volume color dell'aere, una volumetria plastica, smussata, una "scultura sotto la luce".

Calibrati fori e ampie vetrate fendono la plasticità dell'involucro. La casa sembra emergere dal terreno ed appartenere ad esso ed ancora la sua plasticità muove come la natura ha modellato nel tempo le vicine e lontane colline. Lo studio attento delle forme e della simbologia di progetto sottende un forte legame dell'involucro con l'ambiente circostante e questo non può che indurre ad orientarsi verso la scelta di materiali da costruzione e tecnologie non solo sostenibili, ma che traggono dalla natura la loro origine e la loro energia. Ecco allora che la casa affonda di molto le sue radici nel terreno per abbracciarlo e riceverne il tepore sfruttando la geotermia come sistema di riscaldamento ma, nel contempo, volge il suo sguardo al cielo e al sole per beneficiare dei suoi raggi trasformandoli, attraverso l'impiego dei pannelli fotovoltaici posti sulla terrazza esposta a sud, in energia elettrica. Analizzando poi i materiali impiegati per la costruzione, si ritrova il medesimo spirito che anima l'intero progetto, si utilizzeranno infatti murature in blocchi di laterizio microporizzati con fibra di frumento e malte di cocciopesto. Per migliorare ulteriormente la trasmittanza termica senza rinunciare ai requisiti fondamentali di traspirabilità ed igroscopicità dell'involucro, si realizzerà un cappotto in pannelli di sughero con intonaco di cocciopesto che permetterà all'organismo casa di avere un continuo e duraturo colloquio ed interscambio con l'ambiente circostante. Il progetto prevede un'ottica di riguardo anche per le coperture che non sono solo "particolari" ma soprattutto funzionali ed intelligenti. La copertura piana rivolta a nord, essendo una terrazza che guarda al giardino sottostante vuole essere parte di esso integrandosi nell'intorno come un suo prolungamento. La seconda copertura degna di nota, è questa conchiglia che avvolge e chiude dolcemente la casa, una struttura in mosaico che esternamente ingloberà il cielo e l'intorno per fondersi ad esso ma, internamente, verrà realizzata con travi e assiti di legno per donare tepore agli abitanti e, con le sue curve, emozionarli.